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[...] Il potenziale iconico del confine, della vessillologia e della geografia, quel potenziale così ricco di implicazioni etniche, globalistiche, politiche, non entra nella poetica di Luca, e viene liberato in senso puramente cromatico, pittorico, disegnativo, compositivo. Di Luzio traccia così la geografia della propria poetica artistica attraverso l'inganno e il referente della cartografia. La geografia del corpo, a partire dalla serie "Atlas Ego Imago Mundi" del 2015, si frammenta, si oscura e dà corpo a sua volta a mari e isole immaginarie, in cui mondo e corpo sembrano fondersi. [...]